sabato 6 ottobre 2012

"Pure and Tainted" (Racconto Writing Contest)

Buon sabato pomeriggio a tutti!!!
Lo so,sono sparita (di nuovo)…Ma l’importante è che sia ritornata,giusto?? xD
E con cosa ritorno? Beh,con un raccontino piccino picciò,con il quale ho partecipato al “Writing Contest”,indetto da Yvaine de “Il Pozzo dei Sussurri” e Mirial de “Sogni di una notte di Luna Piena”.
Ringrazio molto le due blogger per aver dato a me,come anche a tanti altri talentuosi ragazzi, l’opportunità di divertirci tantissimo e di esercitarci con la scrittura.
La gara si è conclusa lo scorso 3 ottobre e le premiazioni avverranno giorno 8. Speriamo bene! J
Il contest ha avuto successo,ma spero che al prossimo  molta più gente possa prenderne parte.
Inoltre, in bocca al lupo a tutti gli altri partecipanti ^-^


*° Pure and Tainted °*

Le vie del borgo brulicavano di gente. Chissà quanti in passato avevano calpestato la strada lastricata, e chissà quante cose avrebbero potuto raccontare quelle pietre se solo avessero avuto il dono della parola…
Ultimamente, però, questo cumulo di massi accantonati uno sull’altro mi stava stretto. La mia piccola dolce città era divenuta una cella soffocante, un serpente pronto a mordermi e ad inoculare il suo veleno non appena avessi abbassato lo sguardo…
- Su via, non è il momento più opportuno per pensare a queste cose! – dissi tra me e me,
mentre avanzavo a passo sostenuto per il rione principale.
Aumentavo sempre di più la velocità, per non far notare che zoppicavo : dovevo trovare alla svelta un posto isolato dove riposarmi o sarei svenuta per il dolore. Girai intorno per almeno una mezz’ora, per poi trovare un viottolo abbandonato,che si trovava nella penombra. Era il posto adatto.
Sul mio viso comparì l’unico flebile sorriso che quell’assurda giornata mi aveva regalato; mi appoggiai al muro gelido come il ghiaccio e pian piano mi lasciai cadere a terra.
Mi coprii il viso pallido e smunto con il cappuccio e iniziai ad ansimare per la fatica.
Non avevo ancora avuto il coraggio di ispezionare la ferita al polpaccio coperto da un lembo del mantello; tuttavia ero certa che il sangue sgorgasse copiosamente. Il dolore era così intenso che per miracolo riuscii a trattenere i conati di vomito.
Sentivo ancora la lama del kunai infilzata nella carne; decisi in un primo momento di non provare ad estrarla per non rischiare una grossa emorragia. Non sapevo che fare… Bevetti l’ultimo sorso d’acqua che avevo nella borraccia, aspettando solo la morte.
Le tempie pulsavano in modo anomalo mentre la paura s’impadroniva pian piano della mia anima insignificante e miserabile.
Molto probabilmente la mia vista s’era annebbiata: perché davanti a me vedevo soltanto ombre; le stesse che mi avevano perseguitato per tutta la vita.
Trattenni il respiro e le lacrime,mentre un solo,debole gemito uscì,quasi prepotente, dalle mie labbra: - Ryan…-
Odiavo questo nome e non potevo sopportare l’idea che a lui potesse essere rivolta la mia ultima supplica. E’ mio nemico.
 Aprii gli occhi di scatto.
– N-no, lui mi ha causato così tante sofferenze.
Non me ne andrò prima di averlo ucciso.
Un nuovo possente vigore ,intriso di un’altissima dose d’adrenalina, mi permise di raccogliere le ultime forze e di alzarmi in piedi. La gamba destra vacillava,ma forse avrebbe potuto resistere per un'altra decina di metri.
Tremavo,temevo ma…avevo un obiettivo.
Feci un passo in avanti,sentendo la suola dello stivale appiccicarsi a qualcosa. Sapevo che sotto di me vi era una pozza di sangue,ma decisi di non guardare e di continuare per la mia strada.
Avevo in mente solo la mia mèta,le mura della città.
Vi arrivai dopo qualche minuto e la ferita,per quanto cercassi di tamponarla, non smetteva di sanguinare; inoltre mi sentivo davvero sfinita.
Le mura erano alte,imponenti,invalicabili,costeggiate da merli d’epoca medievale.
L’unico modo per passare oltre, era un grande portone in ferro battuto,arrugginito ma comunque funzionante.
Decisi che fosse abbastanza sicuro per togliere il cappuccio, lo sfilai e proseguii.
Superato quell’ultimo ostacolo,sarei stata capace di ricongiungermi a Alice,che mi avrebbe curata e confortata. Tesi la mano verso la porta,quasi sperando che non fosse tutto un sogno,che non fosse già morta.
Sì, ora non desideravo più morire. Può sembrare ridicolo,o addirittura patetico,ma non riuscivo a controllare più i miei pensieri che mutavano troppo velocemente.
-  Hai intenzione di fuggire,di nuovo? – chiese una voce alta e profonda,dietro di me.
Sbarrai gli occhi,riconoscendola immediatamente. – Ti sembra dignitoso combattere contro una ragazza ferita e disarmata? – chiesi a mia volta ironicamente.
- Se la ragazza in questione rappresentasse un serio pericolo per me,la ucciderei senza pensarci due volte. Per tua fortuna,però,questo non è il tuo caso.Ah,noto che hai avuto un terribile scontro, ciò nonostante nessuno è riuscito ad sopprimere la grande kunoichi.
Ryan avanzò con passo deciso,fermandosi ad un passo esatto dietro di me.
Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi; quelli rappresentavano la mia unica debolezza,lo scontro sarebbe stato “impari”.Tra l’altro ero veramente disarmata, l’unica lama che possedevo in quel momento era ancora infilzata nella mia gamba.
Mi strattonò per il braccio e costringendomi a fissarlo in viso.
- Ipocrisia e meschinità sono le prime “doti” di cui dispone un essere umano,non è così?
Serrava con le sue braccia possenti le mie; faceva male,ma allo stesso tempo mi aiutava a restare in equilibrio,dal momento che la gamba era in procinto di cedere.
- Bastardo,con i tuoi spassi hai rovinato sia la mia che la tua di vita! –esclamai – La passione amorosa ti ha consumato,ti ha cambiato e ti ha reso un vile codardo!
Mi sarei aspettata una risata isterica e una marea d’insulti,ma si limitò a fissarmi intensamente,senza proferire parola.
Era bastata veramente una sgridata per fargli prendere coscienza del disastro che aveva combinato?
No,io lo conoscevo bene : era troppo orgoglioso per ammettere i suoi errori.
Lasciò di colpo la presa e cominciò a ridere in un modo che mi fece davvero paura.
- Sei disposta a metterti contro di me,dunque?
- Non ho più alcun motivo per considerarti mio alleato, da quando ti ho sorpreso a far l’amore con quella sgualdrina. Hai portato solo infamia e scandali all’interno del clan!
Tossii e barcollai all’indietro.
- Non vuoi proprio capire?! Ti consiglio di andare via e di farti curare; la prossima volta ti affronterò in un duello e con la mia vittoria trancerò di netto il nostro legame.
Una fitta dolorosa mi strinse il cuore. Ormai non c’era più niente da fare.
- B-bene.
Bene? Mi resi conto della risposta stupida che avevo dato solo quando oltrepassai il portone,ritrovandomi nella piana fuori dalla città. Dopodichè svenni.
Quel giorno era stato veramente intenso e vuoto allo stesso tempo. Riesco ancora a vedere Ryan e  i suoi occhi di un vivo blu cobalto
Io conoscevo bene quello sguardo …Era identico al mio..
Non potevo ancora accettare che la persona che amavo di più al mondo si fosse tramutata nel mio peggior nemico.
Non potevo ancora credere al fatto che per riacquistare l’onore e la mia vecchia vita,avrei dovuto uccidere…Il mio fratello gemello.


A prestooo ^^
Vale J

2 commenti:

Mirial ha detto...

Grazie per i complimenti e per aver inserito il tuo racconto sul blog =) Anche noi speriamo che prossimamente i contest siano più affollati, ma non possiamo lamentarci in fondo =) Sono andati alla grande fino ad ora!

Ilia ha detto...

*w* ci sono tante asprianti vincitrici

ps sul mio blog c'è un regalo per te xD